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OASI

Ambiente: E’ di carattere prevalentemente fluviale e collinare. Sono presenti un bosco ripariale composto da macchia mediterranea e da un piccolo castagneto. La parte più suggestiva è costituita da una serie di gole strette e profonde in cui si convogliano le acque del Calore Salernitano, tra le due località di Felitto e Magliano. Qui le rocce scavate dal fiume portano il nome di “Marmitte dei giganti”. I confini dell’Oasi sono delimitati a sud da un ponte di origine medioevale, e a nord da un ponte naturale soprannominato “Pietratetta”.

Flora e fauna:

L’orientamento delle gole SE – NW, la loro strettezza e profondità, la verticalità o quasi delle pareti, hanno creato particolarissimi ambienti caratterizzati da una specializzazione climatica legata alla ridotta durata dell’insolazione, al mantenimento di temperature minime, ad una sempre elevata umidità.Da qui la presenza di specie vegetali, cactus, carrubo ma soprattutto una notevolissima varietà di felci ed equiseti che costituiscono delle associazioni pressoché uniche.Un censimento, promosso dal Ministero dell’ambiente e dalla Comunità Europea e condotto da ricercatori del WWF dall’agosto del 1988 al luglio 1989 ha identificato, nelle Gole del Calore, 372 specie diverse di felci di cui 73 e 3 rarissime.
Diffusi sono anche la valeriana, il frassino, l’orniello, il viburno, l’alloro, il mirto, il lentisco, il corbezzolo, la ginestra, l’alaterno, l’erica, l’acero, il maggiociondolo, l’edera, il salice, l’ontano, i carpini. L’altezza e la ripidità delle pareti rocciose, costituiscono un ambiente ottimale per diversi rapaci quali il falco pellegrino, la poiana, l’astore, il gheppio. Non sono rari il picchio verde, la ghiandaia, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, il passero solitario.   L’abitante però più esclusivo delle Gole del Calore è la lontra che trova in esse l’habitat naturale più congeniale. Questo simpatico mustelide ha trovato una calorosa ospitalità negli ambienti fluviali del Parco, e, in particolar modo nel fiume Calore. Questo, per la sua bellezza e per la suggestione dei luoghi che attraversa è il “Fiume Principe” del Parco.

Aspetti geomorfologici: le marmitte dei giganti 
A partire dal ponte di Felitto, su entrambe le sponde del fiume, sono numerose le cosiddette marmitte dei giganti. Il nome è senza dubbio appropriato se si pensa che alcune di esse hanno la circonferenza di alcuni metri e una capacità di parecchi litri. In questo tratto di Calore sprofonda in una forra molto stretta, scavata in una roccia calcarea dura e compatta ed il letto è ingombro di ciottoli e massi di grandi dimensioni, anche di qualche decina di metri cubi: tali condizioni, unite al profilo accentuato del letto fluviale, generano movimenti vorticosi, coinvolgendo anche sabbia, ghiaia, ciottoli che con la loro azione abrasiva scavano la roccia e con un lavorio che si protrae per moltissimo tempo, formano delle grandi scodelle, le marmitte dei giganti veri e propri vortici pietrificati.

Aspetti architettonici
Immediatamente a valle del ponte più grande della S.S. 488, proprio alla fine della Gola di Felitto, ormai fotografato migliaia di volte, questo ponticello, sicuramente di costruzione medioevale, snello, essenziale, pur essendo stato tracimato diverse volte dalle piene del Calore, conserva intatta la sua solidità, ovviamente riferita all’epoca in cui fu costruito ed ai carichi che si prevedeva dovesse sopportare.
Seguendo il corso del fiume dal lato di Felitto, s’incontrano due mulini ad acqua completi ancora del condotto adduttore dell’acqua ed è possibile scendere nel greto del fiume per osservare da vicino le “marmitte dei giganti”.
Dove il fiume diventa più profondo e le acque più quiete, è possibile intravedere il guizzo argenteo delle trote e poi si attraversano boschetti di carpine, di lauro, qua e là qualche residuo di selciato e ciò che rimane di qualche vecchia mulattiera, e poi ancora boschi di salice e infine lo slargo di Remolino, lo splendido laghetto artificiale che s’incunea tra le altissime pareti di roccia rossa su cui si conficcano le macchie verde scuro dei lecci e delle farne, lo spumeggiare della cascata artificiale in cui si intravedono le luci dell’arcobaleno.
A Remolino sono intatte la “diga”, le saracinesche, la vasca di carico e da qui iniziava il canale di alimentazione che, passando a monte del fiume dalla parte della montagna percorreva la Gola del Calore per tutta la sua lunghezza e andava ad alimentare la vecchia centrale idroelettrica, circa cento metri più a valle del ponticello medioevale: il canale è ormai a secco e franato in più punti ma costituisce, percorrendolo un buon sentiero per attraversare la gola costeggiando il fiume dalla parte della montagna.
Risalendo il corso del fiume dallo slargo di Remolino e fino sotto Magliano s’incontrano: – il ponte di Pretatetta: è un ponte naturale costituito da due enormi blocchi di calcare franati dalle pendici ripidissime della valle, che in questo tratto è uno strettissimo budello, accavallatisi e incastratisi – ponte medioevale di Magliano.

Strutture
Il centro visite è situato presso il Comune. In località Remolino, si trovano l’area attrezzata per la sosta ed il sentiero natura.

Visite
Aperta tutto l’anno, visite la domenica alle ore 10.00 e alle 14.00 (ora legale 15.00). Gruppi e scolaresche tutti i giorni, su prenotazione.

Come si svolge la visita
La visita inizia partendo dal municipio, nel centro del paese, e prosegue scendendo lungo un sentiero panoramico che osteggia il fiume. Lungo il percorso si incontreranno il vecchio mulino ad acqua ed il ponte della tortora fino a giungere in località Remolino dove sarà possibile stazionare presso l’area attrezzata oppure proseguire fino al ponte di Pietratetta per poi tornare indietro.

Per le scuole
Gli ambienti sono particolarmente adatti alle scuole di ogni ordine e grado e con percorsi privi di grosse difficoltà. E’ anche possibile tenere lezioni all’aperto.

Per gli studiosi
Dal punto di vista geologico, faunistico e floristico l’area si presenta molto interessante. In particolare è possibile lo studio della lontra, dell’astore e delle innumerevoli felci.

Lunghezza
circa 8 Km (andata e ritorno)

Tempo di percorrenza
4 –5 ore

Dislivello
Tranne alcuni tratti, il sentiero si trova alla stessa quota.

Quota massima
700 mt

Periodo consigliato
Primavera – Autunno

Difficoltà
Media

Equipaggiamento
Scarpe da trekking, borraccia, maglioncino, binocolo, macchina fotografica